Author: Luke Sholl
About the author
A picture of Luke Sholl
Con oltre un decennio di esperienza come scrittore in ambito di CBD e cannabinoidi, Luke è un giornalista affermato, nonché il principale autore di articoli per Cibdol ed altre pubblicazioni a tema cannabis. Sempre impegnato a presentare contenuti autentici, basati su prove reali, ha esteso il suo interesse per il CBD ai settori del fitness, della nutrizione e della prevenzione delle malattie.
Read more.

Insonnia: Tutto Ciò Che C'è Da Sapere

Secondo alcune statistiche, l'insonnia colpisce fino al 30% della popolazione adulta. Si tratta quindi del disturbo del sonno più diffuso al mondo. Ma quali sono le cause dell'insonnia e, soprattutto, come si può intervenire per alleviare tale condizione? Proseguite la lettura per scoprirlo.

Cos'è l'insonnia?

L'insonnia è un disturbo del sonno molto comune, capace di interferire con il naturale ciclo sonno-veglia di un individuo. La condizione può manifestarsi in forma acuta o cronica e colpisce circa il 30% della popolazione mondiale (secondo alcuni, fino al 50–60%), con una maggiore incidenza tra le persone anziane e le donne.[1] Nel corso della loro vita, molte persone sperimentano episodi di insonnia lieve. Tuttavia, per diagnosticare ufficialmente l'insonnia, lo specialista deve valutare i seguenti parametri:

• Difficoltà a dormire per almeno 3 notti a settimana (da almeno tre mesi)
• Disturbi del sonno tali da compromettere il benessere fisico e mentale del soggetto

Sebbene influisca su ogni aspetto della vita quotidiana, l'insonnia racchiude anche un elemento positivo: nella maggior parte dei casi, infatti, il problema può essere risolto apportando modifiche allo stile di vita. Analizzeremo tali modifiche nei paragrafi successivi, ma prima esaminiamo nel dettaglio i vari tipi di insonnia ed i relativi sintomi.

Quali sono i sintomi dell'insonnia?

Tutti i sintomi associati all'insonnia possono essere suddivisi nelle due categorie citate in precedenza, ovvero in acuti e cronici. L'insonnia a breve termine è caratterizzata da un breve periodo di sonno disturbato, generalmente collegato ad un evento della vita o ad importanti variazioni nello stile di vita. L'insonnia cronica, invece, può persistere per mesi, anche in assenza di cause o eventi rilevanti.

I principali sintomi dell'insonnia includono:

• Difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentati
• Risveglio precoce
• Sonno disturbato e poco riposante o sensazione di stanchezza al risveglio

Ad ogni modo, l'interruzione del ciclo sonno-veglia può causare una miriade di problemi fisici e psicologici, favorendo l'insorgenza di ulteriori sintomi, come:

• Sbalzi d'umore
• Stanchezza/torpore eccessivi durante il giorno
• Irritabilità
• Difficoltà di concentrazione
• Ansia e preoccupazione per non riuscire a dormire

Tipologie di insonnia

La definizione di insonnia è piuttosto ampia e, per comprendere meglio tale condizione, i medici classificano ogni caso in base ai sintomi specifici:

• Insonnia comorbida: Questo termine viene usato per descrivere i casi di insonnia legati ad un problema di salute preesistente. Ad esempio, spesso l'insonnia emerge nei pazienti affetti da depressione, ma il disturbo in sé può anche contribuire allo sviluppo della depressione.

• Insonnia terminale/iniziale: Questi due tipi di insonnia si manifestano rispettivamente alla fine ed all'inizio del ciclo del sonno. L'insonnia terminale è caratterizzata da risvegli precoci e difficoltà a riaddormentarsi. L'insonnia iniziale riguarda l'incapacità di addormentarsi la notte, dopo essersi coricati.

• Insonnia intermittente: In questa categoria rientrano gli individui che si svegliano più volte durante le ore notturne.

Quali sono le cause dell'insonnia?

Escludendo eventuali problemi di salute preesistenti, le cause dell'insonnia possono essere molteplici. Alcune sembrano insignificanti ma, se si manifestano per diverse notti consecutive, possono condurre all'insonnia. Le potenziali cause includono:

• Rumori forti, temperatura ambientale inadeguata o eccessiva esposizione alla luce: Un sonno disturbato, notte dopo notte, può rapidamente favorire l'insorgere dell'insonnia. Fattori come l'inquinamento acustico, un calore eccessivo in camera da letto o la presenza di luce indesiderata possono interferire con il naturale ciclo sonno-veglia.

• Alcol, caffeina o altre sostanze stimolanti: L'assunzione di alcol può risultare vantaggiosa in caso di insonnia iniziale, poiché favorisce un rapido addormentamento. Tuttavia, tale beneficio ha una breve durata. Secondo alcuni studi, l'alcol può disturbare il sonno profondo (stadio 3) e la fase REM, causando stanchezza eccessiva durante il giorno.[2] La caffeina ed altre sostanze eccitanti generano, per l'appunto, effetti stimolanti, impedendo all'organismo di rilassarsi e prepararsi al sonno.

• Lavoro a turni o ciclo del sonno irregolare: Il corpo umano segue specifici ritmi fisiologici e cicli di 24 ore (ritmo circadiano) per mantenere un corretto equilibrio fisico e mentale. Sfortunatamente, l'organismo non è in grado di modificare quotidianamente processi come sonno e digestione. Ecco perché il lavoro a turni o un ciclo di sonno irregolare possono causare insonnia.

L'età avanzata contribuisce allo sviluppo dell'insonnia?

La risposta breve è sì: il rischio di insonnia è maggiore nelle persone anziane.[3] Tuttavia, la riposta più elaborata è che, sebbene l'insonnia sia più frequente in età avanzata, spesso dipende dalla combinazione di diversi fattori.

Ad esempio, i livelli di energia tendono a diminuire man mano che si invecchia e, solitamente, tale problema può essere risolto facendo un sonnellino. Tuttavia, in presenza di patologie come osteoartrite o perdita di funzioni fisiche, i sonnellini ripetuti possono aumentare notevolmente il rischio di insonnia.

Nei pazienti geriatrici, il trattamento dell'insonnia è indirizzato soprattutto alla gestione dei sintomi che compromettono lo stato di salute, piuttosto che al ripristino di una corretta igiene del sonno.

Come viene trattata l'insonnia?

Il trattamento contro l'insonnia dovrebbe iniziare con la valutazione dello stile di vita e delle abitudini di riposo. Molti casi di insonnia possono essere trattati con semplici variazioni nello stile di vita. Tuttavia, nei casi più gravi, è necessario assumere specifici farmaci ed integratori.

Farmaci

Per contrastare l'insonnia, esistono farmaci da banco e farmaci soggetti a prescrizione medica. Nella prima categoria rientrano gli antistaminici, come strategia a breve termine per favorire il sonno; la seconda include farmaci soggetti a prescrizione, come eszopiclone o zolpidem.

Purtroppo, qualsiasi farmaco (da banco o soggetto a prescrizione) può causare effetti collaterali indesiderati o non essere adatto per l'utilizzo prolungato. È importante valutare con il proprio medico ogni possibile implicazione, in modo da stabilire un piano terapeutico ideale per le proprie esigenze.

Melatonina

L'ormone melatonina è fondamentale per il mantenimento del ciclo sonno-veglia. Normalmente, il corpo umano è in grado di gestire i livelli di melatonina. Tuttavia, alcuni fattori ambientali, come l'esposizione a luce artificiale, possono interferire con la produzione di questa molecola, causando difficoltà ad addormentarsi. Gli integratori contenenti melatonina rappresentano una soluzione a breve termine per ripristinare adeguati livelli di questo ormone e favorire il sonno.

Rimedi naturali

Fortunatamente, esistono decine di rimedi naturali potenzialmente utili per migliorare la qualità del sonno:

• Valeriana: La valeriana fu scoperta inizialmente dagli antichi Greci. La radice di questa pianta è in grado di influenzare i recettori del GABA, un neurotrasmettitore fondamentale nella regolazione del sonno.[4]

• Magnesio: Secondo alcune ricerche condotte dall'Università di Ginevra, in Svizzera, livelli bilanciati di magnesio “sono essenziali per un normale ciclo sonno-veglia”.[5] Il fabbisogno di magnesio varia tra uomini e donne, ma l'integrazione di questo minerale nella dieta potrebbe rivelarsi utile in molte circostanze.[6]

• Olio di lavanda: Numerosi riscontri, e secoli di utilizzo, indicano che l'olio di lavanda possa contribuire a conciliare il sonno. Secondo alcuni studi, la lavanda potrebbe aumentare la “percentuale di sonno ad onde lente negli uomini e nelle donne”.[7] Durante la fase del sonno ad onde lente, il corpo umano compie gran parte dei suoi processi rigenerativi.

• CBD/CBN: I cannabinoidi racchiudono potenziali applicazioni, utili per favorire il sonno. Il CBD interagisce con il SEC, un sistema regolatore coinvolto in funzioni fisiologiche come umore, appetito e sonno. Il CBN è un cannabinoide meno conosciuto, ma oggetto di numerosi studi per il suo potenziale influsso sul sonno.

• Camomilla: L'aspetto interessante della camomilla non è il suo fiore vivace e profumato, bensì la gamma di composti chimici al suo interno. La camomilla produce circa 36 flavonoidi e 28 terpeni. Secondo alcuni scienziati, la speciale combinazione di queste sostanze può avere un impatto positivo sul sonno.

Insonnia e CBD

Il CBD è privo di tossicità e provoca effetti collaterali generalmente lievi e limitati. Di conseguenza, è ragionevole analizzare le potenzialità di questo cannabinoide nei confronti di sonno ed insonnia. Ad ogni modo, per un approccio più completo, dobbiamo anche considerare gli effetti di questa molecola sull'umore, dal momento che l'ansia ed altri disturbi dell'umore spesso provocano insonnia cronica.

Cosa dice la scienza?

Gli esperti dell'Università di Calgary, Alberta, hanno esaminato decine di ricerche sul sonno per individuare l'impatto del CBD nei confronti di ansia sociale, insonnia ed epilessia.[8] I risultati sembrano combaciare con gli esiti di studi più recenti su CBD ed ansia, al termine dei quali gli scienziati hanno sollecitato lo svolgimento di “studi clinici controllati”.[9]

Nonostante gli interessanti risultati emersi nelle indagini iniziali, i disturbi del sonno restano problemi complessi ed articolati. Le cause sono spesso molteplici e qualsiasi potenziale trattamento deve riuscire a gestire sintomi fisici e psicologici.

Come somministrare il CBD per contrastare l'insonnia

Indipendentemente dalle finalità, il dosaggio del CBD è una questione complessa, poiché non esiste una “dose ideale”. Diversi fattori, come il sesso, il peso, l'altezza, l'età e i motivi dell'utilizzo, contribuiscono a determinare la quantità di CBD necessaria. Di conseguenza, l'approccio migliore per dosare il CBD consiste nell'iniziare con quantità minime ed aumentare progressivamente la dose, all'occorrenza.

Il CBD non genera sballo e, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è ben tollerato dal corpo umano.[10] Inizialmente, è preferibile assumere poche gocce, 2–3 volte al giorno, per valutare la reazione dell'organismo. Inoltre, è importante rispettare lo stesso schema di somministrazione per almeno due settimane, prima di aumentare o diminuire il dosaggio.

Nel nostro negozio Cibdol troverete un ampio assortimento di prodotti per favorire il sonno, tra cui gli integratori naturali citati in precedenza. Per maggiori informazioni riguardo l'importanza del sonno per il benessere fisico e mentale, visitate la nostra Enciclopedia CBD.

Fonti

[1] Roth T. Insomnia: Definition, prevalence, etiology, and consequences. Journal of clinical sleep medicine : JCSM : official publication of the American Academy of Sleep Medicine. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1978319/. Pubblicato il 15 agosto 2007. [Fonte]

[2] Colrain IM, Nicholas CL, Baker FC. Alcohol and the sleeping brain. Handbook of clinical neurology. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/labs/pmc/articles/PMC5821259/. Pubblicato nel 2014. [Fonte]

[3] Vaz Fragoso CA, Gill TM. Sleep complaints in community-living older persons: A multifactorial geriatric syndrome. Journal of the American Geriatrics Society. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2785709/. Pubblicato nel novembre 2007. [Fonte]

[4] Bent S, Padula A, Moore D, Patterson M, Mehling W. Valerian for sleep: A systematic review and meta-analysis. The American journal of medicine. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4394901/. Pubblicato a dicembre 2006. [Fonte]

[5] Chollet D;Franken P;Raffin Y;Henrotte JG;Widmer J;Malafosse A;Tafti M; Magnesium involvement in sleep: Genetic and nutritional models. Behavior genetics. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11777170/. Pubblicato nel 2001. [Fonte]

[6] Low magnesium levels make vitamin D ineffective. ScienceDaily. https://www.sciencedaily.com/releases/2018/02/180226122548.htm. Pubblicato il 26 febbraio 2018. [Fonte]

[7] Namni G, Lao RP, Kim Hyungsoo. An olfactory stimulus modifies nighttime sleep in young men and women. Taylor & Francis. https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/07420520500263276?journalCode=icbi20&. Pubblicato nel 2009. [Fonte]

[8] S; ZSP. Cannabidiol in humans-the quest for therapeutic targets. Pharmaceuticals (Basel, Switzerland). https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24281562/. Pubblicato nel 2012 [Fonte]

[9] S; SSLNLHH. Cannabidiol in anxiety and sleep: A large case series. The Permanente journal. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30624194/. Pubblicato nel 2019. [Fonte]

[10] Who | cannabidiol critical review. https://www.who.int/medicines/access/controlled-substances/CannabidiolCriticalReview.pdf. Pubblicato nel 2018. [Fonte]

Fonti

[1] Roth T. Insomnia: Definition, prevalence, etiology, and consequences. Journal of clinical sleep medicine : JCSM : official publication of the American Academy of Sleep Medicine. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1978319/. Pubblicato il 15 agosto 2007. [Fonte]

[2] Colrain IM, Nicholas CL, Baker FC. Alcohol and the sleeping brain. Handbook of clinical neurology. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/labs/pmc/articles/PMC5821259/. Pubblicato nel 2014. [Fonte]

[3] Vaz Fragoso CA, Gill TM. Sleep complaints in community-living older persons: A multifactorial geriatric syndrome. Journal of the American Geriatrics Society. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2785709/. Pubblicato nel novembre 2007. [Fonte]

[4] Bent S, Padula A, Moore D, Patterson M, Mehling W. Valerian for sleep: A systematic review and meta-analysis. The American journal of medicine. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4394901/. Pubblicato a dicembre 2006. [Fonte]

[5] Chollet D;Franken P;Raffin Y;Henrotte JG;Widmer J;Malafosse A;Tafti M; Magnesium involvement in sleep: Genetic and nutritional models. Behavior genetics. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11777170/. Pubblicato nel 2001. [Fonte]

[6] Low magnesium levels make vitamin D ineffective. ScienceDaily. https://www.sciencedaily.com/releases/2018/02/180226122548.htm. Pubblicato il 26 febbraio 2018. [Fonte]

[7] Namni G, Lao RP, Kim Hyungsoo. An olfactory stimulus modifies nighttime sleep in young men and women. Taylor & Francis. https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/07420520500263276?journalCode=icbi20&. Pubblicato nel 2009. [Fonte]

[8] S; ZSP. Cannabidiol in humans-the quest for therapeutic targets. Pharmaceuticals (Basel, Switzerland). https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24281562/. Pubblicato nel 2012 [Fonte]

[9] S; SSLNLHH. Cannabidiol in anxiety and sleep: A large case series. The Permanente journal. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30624194/. Pubblicato nel 2019. [Fonte]

[10] Who | cannabidiol critical review. https://www.who.int/medicines/access/controlled-substances/CannabidiolCriticalReview.pdf. Pubblicato nel 2018. [Fonte]

Di quale prodotto ho bisogno?
As Seen On: